Giovinezza, spazi d’immaginazione e territori umanizzati

di Lucrezia Arrigoni

BraeraKlasse#5 - IPER Esterno Interno

Giovedì 22 ottobre 2020

Zone: 8 - Fiera, Quartiere Gallaratese, Quarto Oggiaro

Oggi Milano è coperta da un velo grigio, l’aria uggiosa e pesante però mi abbandona una volta varcata la soglia di Careof, spazio che trova sede nel complesso della Fabbrica del Vapore.

BraeraKlasse#5 è una mostra collettiva che vede la partecipazione degli studenti del biennio di Fotografia dell’Accademia di Brera, è la quinta esposizione che si trovano ad organizzare e questa volta ad accoglierli è lo spazio Careof che si presenta come un classico salone ispirato al modello espositivo del White Cube. Preferisco definirle ricerche più che fotografie perché la vastità dei temi trattati si manifesta immediatamente allo spettatore; una volta entrata nello spazio osservo minuziosamente le opere cercando di captare delle macro aree di argomenti, agevolata dalle forme che assumono le opere di questi giovani artisti: un mix di installazioni, video, tessuti, materiali glitterati, fotografie e cornici di varie dimensioni.

Ho la fortuna di incontrare alcuni di loro (Mariachiara Casale, Sara Davide, Giuseppe Loi, Cesare Lopopolo, Antonio Miucci, Federica Murittu, Francesca Ruberto e Anna Vezzosi) che mi raccontano amichevolmente di cosa trattano le proprie opere e rimango molto colpita dalla varietà di temi di cui si fanno portavoce, per nulla banali, anzi, direi più che mai adatti alla contemporaneità che viviamo sulla nostra giovane pelle. Lotte di donne in territori a noi lontani, reportage di personalità che si svincolano dalle questioni binarie di genere, assenze corporee, solitudine da lockdown, estratti di territori italiani come il Gargano o il Mantovano, storie di tessuti e soggetti indefinibili, raccolte di foto di famiglia manomesse e corpi fluttuanti in mondi sconosciuti. Ogni storia vista e ascoltata oggi da Careof mi ha riempito la mente di curiosità e credo che il punto vincente di questa mostra sia proprio il dialogo che si genera nell’accostamento di queste ricerche così differenti tra loro. Nei giovani è palpabile il desiderio di cambiamento e se volete un assaggio di quello che riescono a fare gli artisti emergenti con le loro storie questa è una mostra assolutamente da non perdere.