martedì 20 ottobre 2020zona 4

Flowers by the window (I part) Mimesi

Studio di Giovanni Pasini

artisti

Lorenzo Di Lucido, Giovanni Pasini, Stefano Zotti

a cura diBianca Basile, Gabriele Salvaterra

INFO

via Laura Ciceri Visconti, 8/A - citofono 335386694

Dalle 15.00 alle 20.00

sinossi

Qual è il rapporto tra la tua arte e la natura? Ciascun artista ha risposto per sé in un dialogo con i curatori.

descrizione

Partendo dal legame con l’elemento naturale nelle ricerche di ciascun artista e dallo strano rapporto che si è instaurato con la realtà esterna nelle settimane di quarantena, il progetto Flowers by the Window mette a confronto, in due diversi spazi espositivi come in due parti della stessa narrazione, da un lato, le ricerche di Lorenzo Di Lucido, Giovanni Pasini e Stefano Zotti; dall’altro, quelle di Miriam Montani, Claudia Petraroli, Francesco Quarato e Vincenzo Zancana. La prima mostra, a cura di Bianca Basile e Gabriele Salvaterra, avrà luogo nello studio di Giovanni Pasini, mentre la seconda, curata da Giorgio Bulzi, troverà spazio nella sua stessa casa-studio. Ciascun soggetto coinvolto nel progetto, artista o curatore, è invitato a riflettere sul rapporto con la natura nelle sue multiformi e possibili dinamiche, come quelle tra interno-esterno, intimo-pubblico, costruito-incontaminato, artificiale-autentico.Il primo degli studi ospitanti, quello di Giovanni Pasini, si pone già come luogo privilegiato per iniziare questo confronto. Si tratta, infatti, di un ambiente ibrido, un vecchio spazio manifatturiero, riconvertito a studio creativo e invaso, oltre che da opere d’arte, anche da molte presenze vegetali, pensili o a terra, accudite con una cura e un equilibrio dai caratteri orientali. In questo contesto gli artisti, legati principalmente a mezzi grafici o pittorici, ragionano sul concetto di mimesi della natura, nel suo doppio significato di imitazione e nuova autentica creazione sulla base dei principi genetici del mondo. Anche il secondo spazio, la casa-studio di Giorgio Bulzi, si allontana dal paradigma dello studio dell'intellettuale come luogo in sé concluso, e si apre a contaminazioni. Le opere, vere inquiline più che rappresentazioni di altre realtà, fanno germogliare il volume dell'ambiente, innestandolo con un'esternalità di matrice naturale. Qui gli artisti sono invitati a interrogarsi su quello stadio evolutivo pre-linguistico in cui l’uomo non vive ancora una separazione dalla natura, egli stesso è natura: animale coerente con le cose attorno a sé e perfettamente inserito nelle stesse. Partendo da queste riflessioni si prova a tornare a una dimensione utopica dell’arte, un approccio trasformativo che attraverso una formula, un Abracadabra, riesca a sciogliere quella tara profonda che sembra caratterizzare la realtà odierna.Il progetto espositivo non si esaurisce quindi in una semplice esposizione di opere tra artisti diversi, ma si costruisce attraverso un fitto scambio tra gli operatori coinvolti, indirizzato a trovare – con nuove parole e nuove immagini – prospettive pregnanti sullo sconfinato tema prescelto, quello ancestrale del rapporto natura-cultura. Le due mostre, esistenti nella separazione, risultano quindi collegate in maniera intangibile come due andamenti paralleli che tentano di armonizzarsi pur nella distanza.

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