Latibule // Studio di Matteo Cremonesi

di Martina Iannello

Latibule

Apertura 7 Giugno

Zone: 7 - Baggio, De Angeli, San Siro, Primaticcio

L’incontro fra le due giovani artiste vuole mettere a confronto i diversi linguaggi attraverso cui le loro storie sono narrate. Federica Zotti lavora con la fotografia. L’esigenza di esporre i suoi scatti deriva da una riflessione su l’abitudine, quasi ossessiva, di accumularli per poi dimenticarsene. Ritraggono momenti esperienziali, non sempre chiari, che l’artista ha sentito la necessità di esternare. Quattro riproduzioni, di media dimensione e con filtro blu, si distribuiscono tra il salotto e la camera da letto. Ma il vero colpo di scena sono decine di piccolissime fotografie che punteggiano i muri, gli infissi e alcuni oggetti dell’appartamento. Il formato è particolarmente attraente per lo spettatore, che è portato ad avvicinarsi e a soffermarsi con maggiore attenzione sulle immagini.  Il linguaggio artistico di Giada Pignotti è, invece, quello del disegno. Sviluppando una resa grafica che oscilla tra pittura e illustrazione, l’artista si serve di fogli di piccole dimensioni, forse quelli di un vero diario. I soggetti rappresentati sono strani mostri, tra l’uomo e l’animale, figure della sua fantasia, frammenti di una narrativa che non è mai esplicita. Il suo lavoro lascia spazio anche all’ironia ravvisabile, oltre che nei tratti semplificati da disegno per bambini, nell’audio che riproduce i versi di un ipotetico mostriciattolo insediatosi nel bagno. Latibule è il nascondiglio dove Federica e Giada hanno raccolto le loro immagini, le loro esperienze, i loro momenti; il luogo sicuro in cui si sentono protette e in cui ci invitano ad entrare. Entrambe lavorano su se stesse costruendo dei percorsi personali che ci permettono di conoscerle, tuttavia senza ritenere di dover essere chiare fino in fondo, lasciando che sia il visitatore a trarre dei significati.