Hiatus. Post digital divide // Studio Lorenzo Gatti

di Martina Iannello

Diversamente fuori fase

Mercoledì 21 ottobre 2020

Zone: 5 - Vigentino, Chiaravalle, Gratosoglio

In occasione di Walk-In Studio, Lorenzo Gatti invita Claudio Lapesa nel suo studio di via Mantova per riflettere insieme sul rapporto che intercorre tra le due pratiche. Lorenzo Gatti è un disegnatore cui piace lavorare sia a mano libera, sia utilizzando programmi per computer come AutoCAD. Adottando questi due modi di operare, analogico e digitale, l’artista si chiede se le possibilità dell’uno possano accrescere le potenzialità dell’altro e viceversa. L’interesse per l’architettura e il particolare legame con la pittura di Mario Sironi, porta Gatti a mettere al centro delle sue produzioni le forme squadrate e minimali di un bunker. Ricorrenti, però, sono anche innumerevoli figure di imbarcazioni riprese da quelle che popolano il Canal Grande di Venezia. Entrambi i soggetti sono declinati con tecniche differenti, dal disegno alla scultura, su vari supporti, carta, tela, cartone, in configurazioni altrettanto eterogenee. Claudio Lapesa, invece, analizza il rapporto tra manuale e digitale attraverso la pittura. L’artista porta nello studio dell’amico tele di piccole dimensioni, che nascono da una riflessione sulle immagini fornite agli utenti dell’internet. Ogni giorno, in un arco di tempo imprecisato, Lapesa ha effettuato una ricerca su Google Immagini digitando “Tiziano, Pala Pesaro”. Il risultato è una serie di riproduzioni del quadro, diverse per dominanti cromatiche e per dimensioni, che restituiscono qualcosa di altro rispetto all’opera vera, modificandone la percezione. Queste immagini sono riportate sulle tele, in una sequenza che tende sempre più a sintetizzarle fino a ottenere configurazioni astratte, con una resa pittorica sfocata, data dal tremolio della mano che impugna il pennello e dalla preparazione del supporto. Hiatus è lo spazio che separa la pratica digitale da quella analogica, ma secondo i due artisti è anche il luogo in cui si creano dei varchi, delle aperture dell’una verso l’altra. Il confronto tra i due mondi non va pensato necessariamente come un rapporto conflittuale, ma anzi come l’opportunità per interrogarsi su nuove strade da percorrere.