Possiamo sempre parlare del tempo

di Silvia Rossetti

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sabato 9 ottobre 2021

Zone: 1 - Centro storico

Possiamo sempre parlare del tempo, di come questo scorra davanti a nostri occhi senza che noi nemmeno ce ne accorgiamo. Nel grande flusso, sono sempre le piccole cose che ci attirano e ci fanno rendere conto del cambiamento, ed è davvero buffo come in questo studio, nel centro di Milano, ciò che ha attirato la mia attenzione sia stato un insetto posto su una finestra.

Normalmente non li sopporto, gli insetti dico, ma sul davanzale di Via dei Piatti acquistano un altro significato, impreziositi dal materiale in cui sono realizzati. Rimangono lì, immobili, sotto lo sguardo curioso deз spettatorз che si chiedono dove sia il tempo di cui tanto possiamo parlare. Ma come, mi chiedo, è lì, davanti a voi, davvero non lo vedete? Il tempo è ovunque in questo studio, è nella morte delle mosche morte, che nel bronzo diventano eterne, è negli aerei, è nei traslochi. Tutto qui dentro ci parla dello scorrere del tempo.

Lo spazio minimal e ampio viene riempito dal vissuto deз tre artistз coinvoltз. Attraverso medium e sensibilità diverse, indagano, il modo di vedere l'ambiente circostante. Veniamo accoltз da due gufi, uno bianco e uno nero, di Gianluca Quaglia. Il mio accompagnatore, parlando con l'artista, fa notare come la vera opera sia l'interno della scultura, la parte cava, che normalmente è nascosta o resa invisibile. Anche in questo caso è vietato ciò che di solito ignoriamo, (in)consapevolmente, emergere, sottolineando come l'ambiente circostante sia tutt'altro che banale e scontato. Gli occhi del gufo sembrano volerci dire di guardare il mondo attraverso i suoi occhi, dalla sua prospettiva.

Passando oltre, il lavoro su cui cade lo sguardo è una tela privata del telaio di Luca de Gaetano. È quasi ironico che il soggetto sia un aereo visto quanto appena successo a San Donato, ma qui la catastrofe viene vista dall'esterno come l'inizio di un cambiamento e di rinascita, "come l'origine del mondo di Gustav Courbet", dice De Gaetano. Il suo è un punto di vista insolito che spezza la monotonia delle nostre vite in un rito di passaggio tra una fase e l'altra. Il cambiamento di prospettiva emerge in maniera significativa nell'opera di Sonia Andreano. Qui il tempo è scandito dai suoi numerosi traslochi, i quali hanno influenzato in maniera significativa il suo operato. A fare capolino è l'idea di nomade che diventa simbolo di una poetica emotiva in grado di mettere in luce gli effetti dello spaesamento e il fermento di una nuova partenza.